Esiste dunque un collegamento fra i tasti e i ventilabri. Quando questo collegamento è costituito da semplici tiranti rigidi, metallici o di legno, si ha l'organo "meccanico", cioè a "trasmissione meccanica''. È evidente che con questo sistema di trasmissione, che è anche il più semplice dal punto di vista costruttivo e, conseguentemente, il più sicuro e funzionale, l'organista comunica direttamente con il proprio strumento, fino al punto da poter influire sulla "pronuncia" delle canne, variando il modo di toccare i tasti. Mentre è altrettanto evidente che tutto ciò non può avvenire negli organi a trasmissione "pneumatica" o "elettrica" nei quali il mezzo che provoca l'apertura dei ventilabri all'abbassarsi dei tasti è costituito da complicati dispositivi azionati da forti pressioni d'aria o elettricamente.
Una valutazione quanto mai analitica ed espressiva di questi fatti ci è stata lasciata da Albert Schweitzer. Già oltre mezzo secolo fa egli affermava: «[...] La nostra pneumatica è una precisione priva di vita Essa si limita ad affidare lo sforzo alla pressione dell'aria; le manca ciò che di vitale e di elastico ha la leva meccanica... tutti gli sforzi dell'esecutore devono essere quindi rivolti a mascherare l'assenza di vita di questa precisione [...]». Nessun organista vuole più una trasmissione meccanica. Eppure, quanti sapevano bene e nitidamente suonare sulla loro vecchia meccanica e pasticciano ora sulla nuova trasmissione, di cui sono così fieri, con un'imprecisione di cui non si rendono conto. [...] Con la trasmissione meccanica il dito sente esattamente, dal punto di resistenza del tasto, quando il suono si forma. E il tasto premuto reagisce verso l'alto, sotto il dito, e appena quest'ultimo accenna ad abbandonarlo risale con tutta la sua inerzia conducendolo con sé. La forza del tasto coopera con la volontà [...]. Solo con trasmissione meccanica ci si trova in vero, vivido collegamento con il proprio strumento. Con quella pneumatica sì comunica con lo strumento per telegrafo!».
La qualifica di “meccanico” è oggi universalmente assunta come condizione necessaria per poter definire “artistico” un organo. Personalmente, non esito a sostenere che solo se meccanico l'organo può considerarsi “strumento” musicale, nel senso di “mezzo” per fare della musica.
Giorgio Questa